Scrivere zen e romanzi. Sembra qualcosa di incompatibile. La scrittura zen è immediata e “a sorpresa” per l’autore stesso, esce dalla penna nel “qui e ora” senza alcun ragionamento preliminare; la stesura di un romanzo richiede allo scrittore di seguire un filo logico ben preciso e di narrare una storia dall’inizio alla fine.
Quindi: come è possibile scrivere un romanzo in modalità zen?
Scrivere romanzi in modalità zen è qualcosa di totalmente diverso da ciò che istintivamente siamo portati a fare, cioè partire da un’idea e cercare di svilupparla in una trama, magari utilizzando un consolidato schema quinario che, dalla situazione iniziale, prevede un incidente che mette in moto la storia e, di seguito, un conflitto, una risoluzione e un finale.
Un tale modo di procedere non è zen.
Va inoltre detto che avere una buona idea da sviluppare non è così scontato e immediato. La buona idea può non esserci e allora non si inizia alcun romanzo. Stiamo parlando ovviamente di opere made by human.
Può inoltre capitare che una meravigliosa idea nata in un momento di “ispirazione” possa rivelarsi del tutto inefficace quando – forse giorni o mesi dopo – si decide di portarla sulla carta. Ci si accorge che concretizzarla in parole risulta difficile e non si riesce a capire il perchè.
La risposta è in questa citazione tratta da “Scrivere Zen e Satori creativo”:
A volte camminando per strada o correndo o sonnecchiando o in un qualsiasi altro momento vengono in mente delle cose e viene voglia di scriverle. Si inizia così a elaborare mentalmente un capitolo o un paragrafo prima di avere il foglio davanti. Poi, con il foglio davanti, ci accorgiamo di quanto sia difficile mettere sulla carta quell’idea sbocciata in precedenza. Nel frattempo le parole giuste sono sfumate e si tenta invano di riprodurle senza riuscirci; è evidente che sono tutta un’altra cosa: inefficaci. Ci siamo illusi di poterle conservare come le abbiamo pensate in un momento di grazia, ma non è così. Subito o niente, questa è la realtà. E non si tratta solo di memoria.
Con la carta davanti “è un altro momento” – dice Natalie Goldberg -e mettersi a scrivere con il proposito di recuperare un’emozione, un fatto vissuto o semplicemente un’idea (e scrivere proprio di quella cosa) si rivela un’acrobazia impossibile. Essendo un altro momento, fluiscono in noi altre cose. Se nell’attimo di grazia non abbiamo in tasca un taccuino, non c’è altro da fare che metterci tranquilli senza tentare l’impossibile.
Questi sono alcuni dei problemi che lo scrittore zen non ha.
Egli può cominciare in qualsiasi momento a scrivere una nuova storia perchè l’inizio di cui non è assolutamente consapevole in anticipo gli si manifesterà davanti agli occhi non appena poggerà la penna sul foglio o inizierà a battere le prime parole sulla tastiera.
Ed ora vediamo un pò cosa viene fuori … questo è l’atteggiamento dello scrittore zen. E da cosa nasce cosa. Frase dopo frase. Paragrafo dopo paragrafo. Capitolo dopo capitolo.
L’abilità dello scrittore zen sta nell’assecondare le prime frasi lasciandole scorrere nella direzione che esse intendono prendere, senza forzarle. Non sarà lui a dirigere la narrazione, ma la creatività che si è sviluppata in lui dopo anni di esercizio.
Non appena arriveranno sulla scena il protagonista e gli altri personaggi, sarà fondamentale visualizzarli con l’occhio della mente e ascoltarli dal vivo mentre parlano, vivono, pensano. Saranno loro stessi a creare la storia nel “qui e ora” e lo scrittore zen si limiterà a trascriverla. Sembra magia, ma i personaggi hanno una loro autentica realtà che va rispettata.
Citazione da “Il mestiere dello scrittore” di John Gardner:
[…] è questa forse la cosa più fastidiosa della narrativa di cattiva qualità. Avvertiamo che i personaggi sono stati manipolati, costretti a fare cose che nella realtà non farebbero. Il cattivo scrittore può non avere l’intenzione di manipolare ma, semplicemente, non sa che cosa farebbero i suoi personaggi perché non li ha osservati abbastanza attentamente nella sua visione mentale […]
Scrivere un romanzo in modalità zen è sicuramente un metodo controcorrente rispetto a quanto viene insegnato nei corsi tradizionali di “creative writing”, che ha però il privilegio di generare storie inattese, originali, capaci di incuriosire lo scrittore stesso, e soprattutto ha il privilegio di generare storie sempre, in qualsiasi momento. Più la mente è vuota e rilassata, più la scrittura zen si fa efficace e il flusso creativo scorre senza impedimenti.
Ovviamente lo zen applicato a un romanzo richiede in via preliminare un allenamento costante e molta disciplina. Bisogna fare tantissimo esercizio, esercizio in sè; bisogna fare pratica e acquisire esperienza; bisogna riempire quaderni su quaderni prima di dire “oggi inizio un romanzo”.
Libri sulla scrittura zen:
Scrivere zen di Natalie Goldberg
Lo zen e l’arte di scrivere di Ray Bradbury
Scrivere zen e Satori creativo di Paola Farah Giorgi
Che la vostra vita di carta e penna possa essere illuminata!
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